Il concetto è “Non curiamo i sintomi, ma andiamo alla radice del problema”.

LOMBALGIA, PROBLEMA MONDIALE
di Giuseppe Sciarrone*
Il nostro chirurgo vertebrale Giuseppe Sciarrone è stato intervistato ad Health, l’approfondimento su saluteesanità di Sky. Diseguito un estratto del suodialogo con la giornalista.
La lombalgia è un problema mondiale: alcuni dati, quelli dello studio Global burden of Disease sono dati del 2021 dicono che ne soffrono quasi 600 milioni di persone e che è la principale causa di disabilità lavorativa sotto i 45 anni, e di disabilità generale associata al mal di schiena tra i 50 e i 54 anni”. La lombalgia viene percepita oggi come un disturbo molto impattante sulla vita, ma in questo momento storico i disturbi che alterano la qualità di vita vengono percepiti come estremamente limitativi, per cui hanno un impatto sulla vita lavorativa, hanno un impatto sulla vita di relazione, hanno un impatto sulla vita sportiva, per esempio. E quindi questo è molto importante perché oggi grazie alla tecnologia noi siamo riusciti a dare un nome e cognome alle cause che creano la lombalgia e quindi a trattarle in maniera estremamente puntuale. La lombalgia, che ha come fulcro la colonna vertebrale e come sede la colonna vertebrale, è un disturbo che è caratterizzato dalla alterazione della colonna vertebrale nella sua funzione. Fondamentalmente la colonna vertebrale è una struttura molto complessa, costituita da innumerevoli tessuti diversi tra di loro che coesistono e che collaborano per farci stare in piedi, per farci camminare, per farci vivere normalmente. Quando questi tessuti e queste strutture iniziano a degenerarsi, la colonna vertebrale inizia a non funzionare bene e quindi vengono fuori tutta una serie di sintomi: il mal di schiena, l’impossibilità a mantenere la stazione retta, a stare in piedi, a camminare, il dolore alle gambe, i disturbi della sensibilità e così via. Questo, naturalmente, crea uno squilibrio e spesso compromette la possibilità di fare attività sportiva, di lavorare, di fare una passeggiata oppure guidare la macchina.
Stiamo vedendo delle bellissime immagini che ci ha portato. Davvero l’innovazione che entra in sala operatoria. Molto spesso per molte patologie la chirurgia è come dire l’ultimo intervento, l’ultima porta che si può aprire per trovare una soluzione. In questo caso non è così. Perché?
Ha detto bene, la chirurgia viene vista come l’ultima spiaggia. In realtà noi dobbiamo considerare la cura della lombalgia come un percorso molto articolato, che può prevedere anche la chirurgia; non come ultimo step, ma anche come step intermedio. In questo la tecnologia ci aiuta moltissimo perché grazie alla miniinvasività che alcune procedure ci hanno dato la possibilità di effettuare, i tessuti e le strutture vengono rispettate, e quindi si ha una prontissima guarigione.
Le immagini che stavamo vedendo si riferiscono proprio alle tecniche miniinvasive, quindi alla chirurgia vertebrale e robotica.
Esatto. Abbiamo un alleato in più da qualche tempo. Questo ci consente appunto di rispettare il più possibile la struttura vertebrale. Perché? Perché la colonna vertebrale è una struttura molto preziosa e molto profonda all’interno del nostro corpo, per cui per raggiungerla era necessario un tempo creare degli insulti molto importanti. La robotica ci consente di limitare al massimo questi insulti e questo naturalmente a beneficio della funzione che viene rispettata, no?
Era il motivo per il quale tante persone, piuttosto che entrare in sala operatoria, si tenevano il dolore, il dolore acuto, per la paura di peggiorare magari ancora di più la situazione, andando a colpire magari la colonna vertebrale.
C’è un forte pregiudizio sulla chirurgia vertebrale che è legata proprio a questo tipo di paura. Oggi posso dirle che la paura deve lasciar spazio alla speranza e sicuramente alla fiducia. Grazie a queste tecnologie, noi riusciamo a essere estremamente accurati, estremamente miniinvasivi, e diamo la possibilità al paziente di avere un recupero molto molto rapido, quasi istantaneo.
I vantaggi per i pazienti più esigenti – gli atleti, gli sportivi – che possono soffrire ma a maggior ragione hanno bisogno di affidarsi ai migliori esperti?
Sono d’accordo ed è proprio, come dicevamo prima, grazie alla mininvasività e quindi al mantenimento dell’integrità delle strutture funzionali legate proprio all’utilizzo di queste tecnologie, che si riesce ad avere un recupero rapidissimo. Lo sportivo ritorna molto precocemente alla sua attività sportiva le persone normali ritornano molto precocemente alle loro vite.
Bene. Quindi il concetto è “Non curiamo i sintomi, ma andiamo alla radice del problema”.
Certamente. Oggi abbiamo a disposizione tantissime possibilità per fare diagnosi. È la diagnosi che guida il trattamento.
* Giuseppe Sciarrone è un chirurgo vertebrale. Riceve ed opera anche alla Casa di Cura Rizzola.